sabato 31 ottobre 2015

Il ghiacciaio si spacca in tre.



«Una perdita di non poco conto, quella del ghiacciaio dei Forni - hanno spiegato gli esperti - considerando che la ricostituzione di un ghiacciaio avviene in tempi molto lenti anche con condizioni climatiche diverse dalle attuali, segnate dal susseguirsi di anni record per il caldo (il 2015 ha alzato il record di anno più caldo). Insomma i ghiacciai si spaccano, si moltiplicano, ma sono sempre più sottili. «E non solo, l’analisi delle variazioni volumetriche avvenute negli ultimi 26 anni - dal 1981 ad oggi - ha evidenziato un rilascio idrico da parte dei nostri ghiacciai, considerando solo quelli delle Alpi Centrali, pari a 2000 miliardi di litri, l’equivalente di 800.000 piscine olimpiche e 4 volte il Lago Trasimeno». Un fenomeno particolarmente preoccupante visto l’importante ruolo dei ghiacciai nel produrre acqua, soprattutto nel periodo estivo. I dati areali più recenti del Catasto dei ghiacciai italiani, realizzato nell’ambito di un progetto sviluppato e coordinato dall’Università Statale di Milano, con la partnership dell’Associazione EvK2CNR e della società Sanpellegrino Spa e con il contributo scientifico del Comitato Glaciologico Italiano, confermano una generale tendenza al regresso. Infatti dagli anni Sessanta del XX secolo al primo decennio del XXI secolo è avvenuta una riduzione areale del 30% (da 527 kmq a 370 kmq), cui si è aggiunta un’ulteriore contrazione del 5% dal 2007 al 2012. La superficie persa è pari a quella del lago di Como.

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